by admin | Sep 4, 2012 | Architecture Design, World
Estate 2012 – Nel girovagare intorno al lago di Costanza, scopriamo dalla nostra guida turistica l’esistenza a Friedrichshafen del Museo Zeppelin. Tutto ruota attorno alla struttura del dirigibile: a dire la verità è stato piacevole riscoprire il fatto che esistesero: i dirigibili facevano parte di quegli oggetti passati al dimenticatoio.
Il museo percorre la storia del dirigibile e vede al suo interno la ricostruzione di parte di esso. Unica pecca, che spesso si trova in Germania è la realizzazione di musei monolingua (tedesco). Anche qui la parte tradotta in inglese non è molta e i filmati con le ricostruzioni e le spiegazioni sono esclusivamente in tedesco.
all’interno è possibile vedere messi a confronto anche i vari dirigili, sottoforma di modellino, delle varie nazioni mondiali, e una sezione dedicata esclusivamente agli idrovolanti.
1. Modellino dell’interno del dirigibile: area destinata ai viaggiatori.
2.Modellino dell’interno del dirigibile: area destinata al personale di bordo.
3. La struttura del dirigibile.
4. Interno del museo e pancia del dirigibile ricostruito.
5. Interno del museo.
6. Particolare automobile Zeppelin.
7. Particolare automobile Zepelin.
8. Particolare auomobile Zeppelin.
9. Particolare automobile Zeppelin.
10. Sezione idrovolanti.
11. Sezione idrovolanti.
12. Sezione idrovolanti.
13. Interno esterno museo.
14. La pancia del dirigibile.
15. Particolare automobile Zeppelin.
16. Particolari costruttivi all’interno del museo.
17. Particolari costruttivi all’interno del museo.
18. Particolari costruttivi all’interno del museo.
19. Particolari costruttivi all’interno del museo.
20.Particolari costruttivi all’interno del museo.
21. Poco fuori il museo un piccolo dirigile per bambini.
Sito internet del museo: http://www.zeppelin-museum.de
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by admin | Sep 4, 2012 | Concept, Featured
Un’altra elaborazione dei precedenti siti monumentali.
Racchiudeva in questo caso gli stili i entrambi i progetti, con due pareti semicircolari nel mezzo ed una parte lineare che divideva l’area in due zone. Punto di unione per lo sviluppo di due colonnati ad altezza degradante.
Anche in questo caso avevo posizionato l’opera in riva al mare, quasi circondata dall’acqua, così che in qualsiasi momento del giorno, sotto l’influsso di una luce sempre diversa, l’opera stessa andasse mutando aspetto e significato.
Planimetria ingrandita.
Vista laterale.
Prospettiva.
by admin | Sep 3, 2012 | Concept
Per la rappresentazione di un’opera monunentale sita in un’area ad ampio valore paesaggistico o archeologico, proposi anche altre varianti del primo primo progetto.
In questo caso, grandi colonnati, venivano messi in relazione fra loro attraverso una parete e una scalinata scavata nela roccia.
L’opera prendeva spunto da da un’idea archeologica, ma univa a se la presenza del mare. Voleva quasi essere un luogo meditativo, dove poter contemplare uno splendido territorio e trovare pace con esso e con la propria intimità. perchè è soltanto in mezzo alla natura e al silenzio che spesso riusciamo a trovae la pace che tanto andiamo cercando.
Planimetria ingradita.
Lato ovest.
Lato nord.
Prospettiva.
by admin | Sep 3, 2012 | Architecture Design
Estate 2012. La Fondazione Bisazza ospita all’internodei suoi spazi “Plain Space – Architettura e Design” di John Pawson.
Ancora minimalismo, perchè alla fine la mia voglia di esplorare finisce sempre li.
La mostra proveniente dal Design Museum di Londra è arrivata in Italia. Si possono vedere manufatti di design, plastici di progetti e una dettagliata cronologia delle opere.
Ma ciò che questa volta ha colpito principalmente i miei occhi è questa barca a vela.
Un settore in cui spesso non si è abbituati a vedere il minimalismo.
1. Interno barca a vela.
2. Plastico.
3. Plastico.
4. Plastico.
5. Plastico.
6. Plastico.
7. Fotografia.
8. Dettagio fotografico.
9. Fotografia.
10. Dettaglio fotografico.
11. Dettaglio fotografico.
12. Fotografia.
13. Dettaglio fotografico.
14. Spazio espositivo.
Sito internet dell’artista: http://www.johnpawson.com
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by admin | Sep 3, 2012 | Architecture Design
All’interno di uno spazio industriale sapientemente recuperato, troviamo la Fondazione Bisazza.
Da un nome così conosciuto si passa all’applicazione di un prodotto su opera d’arte: l’intersezione fra prodotto e geniali menti artistiche.
Alcuni nomi: Tord Boontje, Aldo Cibic, Sandro Chia, Jaime Hayon, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Mimmo Paladino, Andrée Putman, Ettore Sottsass, Studio Job, Patricia Urquiola e Marcel Wanders.
Lo spazio ospita in oltre altre mostre in contemporanea.
GALLERIA IMMAGINI.
In una giornata meteorologicamente poco clemente: l’entrata.
L’entrata al museo.
Interno della fondazione.
Opera di Jaime Hayon.
Studio Job.
Alessandro Mendini.
Marcel Wanders.
Alessandro Mendini.
Jaime Hayon.
Sazi interni.
Fabio Novembre.
Fabio Novembre.
Fabio Novembre.
Spazi interni.
Sito internet: www.fondazionebisazza.it
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